Tu sei qui: MondoSigiA un mese dall'Assunta: la tradizione dei canti mariani
Inserito da (Admin), lunedì 15 luglio 2024 19:26:40
di Sigismondo Nastri -
Manca un mese al 15 agosto, quando celebreremo la solennità dell'Assunta: Maria, che una preghiera invoca come «porta del Cielo, specchio della luce divina, santuario dell'Alleanza tra Dio e gli uomini».
C'è un'indagine sui canti dedicati alla Madonna, a partire dai primi secoli della Chiesa, realizzata da Sergio Militello, musicista e compositore, fondatore del Centro internazionale di musica sacra. È contenuta nel volume '"I primi canti a Maria", Editrice Vaticana. Canti, per lo più di matrice popolare, che appartengono alla memoria e alla devozione della gente.
Non penso - può darsi che sbaglio - che ci siano autori riconosciuti (o riconoscibili) dietro molti di essi. Forse ci sono autori che li hanno riveduti, rielaborati, altri che li hanno musicati.
Tra i canti più diffusi nella Chiesa ricordo "Dell'aurora tu sorgi più bella", "Evviva Maria", "Ti salutiamo, Vergine", "Mira il tuo popolo", "Andrò a vederla un dì".
Quando sento "È l'ora che pia / la squilla fedel / le note c'invia / dell'Ave del ciel" mi viene subito da pensare, forse per assonanza, a "la diva del mare / l'Assunta del ciel", che viene cantata a Maiori in alcune chiese, fino a qualche tempo fa pure alla Madonna della Libera, sotto casa mia, nei pomeriggi assolati dal 15 luglio al 15 agosto, in preparazione della festa patronale in onore di S. Maria a Mare, protettrice della cittadina della Costa.
Il culto mariano, come è espresso nelle tammurriate, recepisce antiche tradizioni nelle quali s'intrecciano reminiscenze pagane e Cristianesimo. Eppure sono espressione di fede vera, come quella che spinge tante persone ad arrampicarsi fino al santuario dell'Avvocata sul monte Falerzio. O a compiere pellegrinaggi a Montevergine, alla Madonna dei Bagni, a quella dell'Arco, giusto per fare qualche esempio.
Teniamo pure conto che in un tempo in cui il processo di scolarizzazione interessava una percentuale minima della popolazione, e l'analfabetismo era molto diffuso, canti e preghiere in dialetto locale erano meglio recepiti e compresi dalla popolazione.
La figura di Maria, madre di Gesù, i dogmi, i misteri e le solennità liturgiche a lei dedicate sono stati nel corso dei secoli oggetto privilegiato della contemplazione lirica dei poeti, da Dante a Petrarca, da Alda Merini a Mario Luzi, fino a Pasolini che pure non era credente.
In Oriente - leggo - non si può pregare senza Maria, la Theotókos (Madre di Dio), in relazione con l'opera salvifica del suo figliuolo.
I canti alla Madonna, eseguiti in modo corale, perfino chiassoso, come la celebre tammurriata della festa dell'Avvocata (entrata nel repertorio del gruppo musicale maiorese I Discede), sono testimonianza - ripeto - di una genuina, ruspante devozione popolare. In questo caso la fede diventa tensione mistica, pathos.
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