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Depurazione, Comitato “Tuteliamo la Costiera amalfitana”: «Amministrazione si dimetta! Cittadini non si arrendano!»

Gli attivisti chiedono agli amministratori, ai gruppi civici non presenti in Consiglio e a «tutti i cittadini di sottoscrivere una richiesta di accesso agli atti della gara per poter agire, insieme e di conseguenza, in base a quanto consentito dalle normative vigenti, sia sul piano amministrativo che giudiziario». «Oltre ogni tentativo - dichiarano - l’ultima spiaggia di questa storia sarà, se necessario, il Referendum Popolare»

Inserito da (Maria Abate), lunedì 2 agosto 2021 09:57:02

Dopo l'inaugurazione della Condotta sottomarina di Cetara del 29 luglio scorso, il Comitato "Tuteliamo la Costiera amalfitana" si dice più convinto che mai che «la soluzione "condotta sottomarina per il grande depuratore di Salerno"» possa essere adatta anche per la depurazione delle acque di Maiori e che «soltanto incomprensibili (o apparentemente tali) scelte politiche, mascherate da grossolane approssimazioni tecniche, ne impediscono la realizzazione».

«L'amministrazione comunale di Maiori, incapace in questi anni di seguire un percorso virtuoso come quello intrapreso dal Comune di Cetara con il dott. Secondo Squizzato e proseguito con il dott. Fortunato Della Monica, si è lasciata irretire e condizionare da forze esterne al territorio che hanno trovato gioco facile per imporre uno sciagurato progetto preconfezionato e datato che, paradossalmente, rischia di addurre danni all'ambiente e all'economia di Maiori. Gli attuali amministratori di Maiori, in un Paese normale e dopo l'evento di Cetara del 29 luglio, dovrebbero trarre le giuste conclusioni e DIMETTERSI IN MASSA», scrivono gli attivisti.

«Ma poiché in Italia generalmente questo costume non esiste, i cittadini di Maiori contrari a questo obbrobrio dovranno agire attivamente per contrastare questa scelta imposta e sciagurata», commentano.

Il Presidente De Luca, durante l'inaugurazione, parlando della necessità di sburocratizzare le pratiche per avviare le grandi opere, ha detto che «dopo aver discusso bisogna decidere e andare avanti».

«Chi ha discusso, chi ha deciso? Un sindaco che, come attestano molti documenti video e delibere consiliari, per oltre 5 anni ha negato l'evidenza sulla progettazione del depuratore consortile? Questo affronto alla democrazia e alla trasparenza va sanato», replicano gli attivisti.

Che incalzano:«Il RUP, arch. Cavaliere, durante l'inaugurazione del 29 luglio ha dichiarato che il giorno prima era stata aggiudicata la gara per il depuratore. Se la maggioranza numerica dei Maioresi, rappresentata dai 5 consiglieri comunali di opposizione è contro il depuratore e la scelta del Demanio, i suddetti rappresentanti sono chiamati, come già stanno facendo, ancora di più ad agire di conseguenza. C'è di fondo un imperativo morale che impone a tutti noi l'azione, per le generazioni future e per la tutela dell'ambiente che ci è stato affidato. Adesso è tempo di fattiva collaborazione e unità, è tempo di agire in base al comune sentire».

E chiedono agli amministratori, ai gruppi civici non presenti in Consiglio e a «tutti i cittadini anche direttamente interessati dal progetto per vicinanza alle aree di proprietà o attività, di sottoscrivere una richiesta di accesso agli atti della gara per poterne leggere tutta la documentazione e poter agire, insieme e di conseguenza, in base a quanto consentito dalle normative vigenti, sia sul piano amministrativo che giudiziario».

«Oltre ogni tentativo - dichiarano - l'ultima spiaggia di questa storia sarà, se necessario, il Referendum Popolare. Strumento che potrà sancire la verità! cioè rispondere al quesito se la popolazione di Maiori è padrona o meno del proprio destino ed è d'accordo o meno con un progetto fino a ieri negato e nascosto dall'amministrazione comunale in carica e dagli atri enti coinvolti, Regione e Provincia. Anche in ciò i 5 consiglieri di opposizione potranno eventualmente fare la differenza».

«Auspichiamo - chiosano - che insieme si possa agire presenziando e promuovendo fattivamente le iniziative necessarie, dalla piazza alle sedi istituzionali. Il Comitato ha espletato il suo ruolo di informazione e di sollecitazione su questo problema fino a promuovere una diffida e messa in mora agli enti competenti, condivisa e sottoscritta da forze politiche e singoli cittadini; strumento che riteniamo politicamente e giuridicamente valido e utile per il prosieguo. Adesso tocca alla Politica! Noi Comitato ovviamente NON ci tiriamo indietro e ci siamo, ma insieme a chi è chiamato alla rappresentanza politica e istituzionale, perché adesso tocca ai Cittadini e ai legittimi Rappresentanti precederci e guidare la battaglia».

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