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Maiori, costiera amalfitana, depuratore consortile, Comitato, diffida

«Inutile la diffida, andava presentato un ricorso»: ecco perché #Maioridinuovo non ha firmato

«Lo strumento della diffida - spiega - ci sembra possa solo ritardare un necessario atto conseguenziale che dovrebbe concretizzarsi in un ricorso o in altro procedimento derivante che tanto valeva la pena presentare da subito. Attenderemo con interesse di conoscere se gli attuali firmatari della diffida saranno firmatari anche di una successiva iniziativa giudiziaria»

Inserito da (Maria Abate), mercoledì 14 aprile 2021 09:14:09

Alla diffida e messa in mora, in auto tutela, agli Enti promotori del depuratore consortile di Maiori, che il Comitato "Tuteliamo la Costiera Amalfitana" ha redatto con la consulenza e il patrocinio dell'avvocato amministrativista Oreste Agosto, il gruppo consiliare #Maioridinuovo non ha aderito.

La cosa non è piaciuta al gruppo civico "Cambiamo Rotta", secondo cui la lista dovrà rispondere «alle oltre 1000 persone che in campagna elettorale si sono fidate, assumendosi la responsabilità di questa scelta contraria alle sue stesse idee».

Per questo, la capogruppo Elvira D'Amato ha voluto replicare con un intervento in cui spiega le ragioni per cui lei e la consigliera Sarno si sono astenute dal firmare.

«Siamo consapevoli della responsabilità riposta in noi dal gran numero di consensi elettorali, che, seppure non sufficienti per amministrare questo paese, hanno visto, vedono e vedranno il nostro impegno totale per ripagare tale fiducia. La questione sul DEPURATORE resta per noi tra i problemi principali da risolvere ed in tal senso proseguiranno le nostre iniziative osservando senza compromessi le nostre logiche ed il nostro indirizzo politico di merito», assicura.

«Lo strumento della diffida - spiega - ci sembra possa solo ritardare un necessario atto conseguenziale che dovrebbe concretizzarsi in un ricorso o in altro procedimento derivante che tanto valeva la pena presentare da subito».

Poi, la motivazione di natura giuridica: «In ossequio a consolidata giurisprudenza, nonché ai principi di logica, il consigliere comunale non dovrebbe agire contro l'amministrazione di appartenenza, dovendo utilizzare per tali fini le prerogative del proprio ruolo, agendo sul piano squisitamente politico».

«Riteniamo - dichiarano D'Amato e Sarno - che confondere i piani di azione, quello civico e quello politico, non sia che controproducente rispetto alle strategie da mettere in campo. Attenderemo con interesse di conoscere se gli attuali firmatari della diffida saranno firmatari anche di una successiva iniziativa giudiziaria».

E chiosano: «A coloro i quali hanno per abitudine il confondere il confronto costruttivo e civile con la denigrazione supponente rispetto alle azioni altrui, valga il detto: c'è un giudice chiamato "tempo" che mette ognuno al suo posto...».

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