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Maiori si confronta sul depuratore: per i tecnici non c’è altra soluzione. L’architetto Cavaliere: «Io eseguirò l’opera»

«È giusta la passione che i consiglieri mettono nel trattare l'argomento e io sarò presente ai consigli per spiegarvi tutto, ma non mischiamo politica e tecnica. Io eseguirò l’opera», ha dichiarato l’architetto Cavaliere

Inserito da (Maria Abate), venerdì 26 marzo 2021 19:50:14

«La depurazione è un'opera strategica e indispensabile per una città che vive di turismo balneare. La risorsa mare è un bene da salvaguardare e abbiamo già perso due finanziamenti. Perciò io sono convinto che non dobbiamo perdere quest'opportunità e faccio un appello alla cittadinanza a mettere da parte le divisioni verso un comune obiettivo».

Così il sindaco di Maiori Antonio Capone, nell'introdurre il convegno in streaming "Risorsa mare" sulla presentazione del Depuratore consortile.

«Stiamo spendendo 90 milioni messi a disposizione dalla Regione per il risanamento dei corpi idrici superficiali su tutta la costa, realizzando opere nel pieno rispetto dell'ambiente e dei vincoli paesaggistici. Mi auguro di venire a inaugurare anche il depuratore che riguarda il comparto 6A», ha detto poi il presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese.

Quindi l'architetto Angelo Cavaliere ha dichiarato di essere «molto onorato di essere chiamato a parlare del progetto, essendo un uomo della Costiera».

«Fui io a chiedere all'amministrazione appena insediata - ha dichiarato - di trovare una nuova localizzazione del depuratore che era previsto a Costa d'Angolo. Ho preso in considerazione anche le alternative, come la proposta di Ausino di una condotta sottomarina. Per poter raggiungere Salerno l'unico percorso è di 21 km, diverso da quello di Ausino che era lungo 17 km e non teneva conto di alcuni vincoli nautici. Abbiamo comunque escluso anche questo progetto perché prevede una tale quantità di opere di protezione, come un sarcofago per inglobare le tubazioni, che andrebbe a disturbare la pesca a strascico, a interferire col traffico mercantile e troverebbe criticità a Capo d'Orso. Ma sopra ogni cosa i costi sarebbero troppi e non avremmo avuto i fondi».

«Nel nuovo grande progetto avremmo due grandi assi parallele (Maiori la prima, Minori, Scala, Atrani e Ravello la seconda) che portano i liquami da trattare al depuratore di Maiori. Dopo il trattamento arriva al Demanio anche l'effluente depurato di Tramonti dall'impianto di Pucara e tutte le acque depurate andranno recuperate per produrre energia elettrica con una piccola turbina. Dal punto di vista funzionale Maiori ne guadagna con una passerella pedonale a sbalzo lungo il Reginna Major sotto la quale saranno nascosti i tubi», ha spiegato Simone Venturini direttore di Technital e progettista dell'intervento.

«Al 2016 nelle città interessate dal progetto c'erano 12mila abitanti e ad oggi non è cambiato molto: il depuratore potrà servire 17mila abitanti in inverno e 40mila in estate», ha assicurato poi a chi ritiene che siano troppi i comuni da servire.

Quanto alla localizzazione al Demanio, il progettista dichiara che è «strategica perché non solo è abbastanza ampia per ospitarlo, ma anche perché la gestione dell'impianto non interesserà il centro abitato. L'impianto sarà coperto da un parcheggio, quindi non costituirà un danno estetico e sarà funzionale», ha aggiunto. E poi ha parlato del sistema di deodorizzazione mediante scrubbing chimico/fisico a secco, assicurando che non ci saranno esalazioni fognarie.

«Tutti vogliono risolvere l'inquinamento, nessuno vuole il depuratore nel proprio giardino. Ma anche Maiori deve accettare di dover smaltire i propri reflui e quelli prodotti dai turisti in estate. Un impianto così, coperto da parcheggi o passeggiate, non è la prima volta che si costruisce in Italia. Quanto ai costi di gestione del depuratore, è vero che saranno onerosi, ma è anche vero che si va verso l'Ente unico e quindi saranno ripartiti in tutto l'ambito», ha detto Vincenzo Belgiorno, professore ordinario di Ingegneria sanitaria-ambientale presso UNISA, direttore generale Ente Idrico Campano.

Quindi, l'intervento di Paolo Massarotti, custode giudiziario e consulente della Procura della Repubblica di Salerno.

«La problematica della depurazione in Costiera Amalfitana - ha dichiarato - è annosa. La magistratura effettua un sequestro quando c'è un delitto in essere: i procuratori mi hanno chiesto di cercare di attenuare l'inquinamento, sollecitando chi di dovere perché si risolvesse il problema. Ravello e Atrani si sono aggiunte a Maiori perché anche esse sono oggetto di sequestro giudiziario. Il tempo passa e noi ogni giorno inquiniamo sempre di più. Il mio compito è rappresentare alla magistratura le situazioni di inerzia per fare in modo che vengano sciolte e non si perda tempo. Abbiamo una soluzione alla quale siamo arrivati dopo quattro anni e ce ne vorranno altri due e dilatare ulteriormente la risoluzione al problema a mio avviso è un problema che dovrò rappresentare alla magistratura».

«Che i tempi siano stati lunghi - ha detto il capogruppo di minoranza di "Idea Comune" Salvatore Della Pace - non è colpa ai cittadini di Maiori, perché nel 2016 nessuno si è frapposto al progetto. Però adesso vorrei dire che noi rappresentiamo la parte più consistente dei contrari: le minoranze e il Comitato "Tuteliamo la Costiera Amalfitana". Quello che chiediamo è se esiste un'alternativa come la Condotta sottomarina. Maiori non può risolvere i problemi di tutta la Costiera Amalfitana, non è giusto. Oggi abbiamo ascoltato un pezzo di questa narrazione suggestiva, ma dovremmo ascoltarne un altro».

L'avvocato Vincenzo Rispoli è intervenuto poi quale portavoce dei sottoscrittori della petizione: «Tra i sottoscrittori ci sono anche alcuni elettori di questa Amministrazione. Noi non mettiamo in discussione la tecnologia che sicuramente sarà all'avanguardia, ma la collocazione dell'impianto, che è al Demanio, a 85 metri sul livello del mare, non a valle. Arrivarci con i reflui di mezza costiera comporterà che in periodo di alto flusso turistico potrebbe esserci un sovraccarico della turbina. Qual è la soluzione dell'avaria? Il tubo dell'avaria scarica a mare e quindi noi ci ritroveremo quando di più serve il mare pulito con i reflui in acqua. Poi, se ci dovesse essere un malfunzionamento del sistema anti-odore chi può escludere che Maiori non diventi una fogna a cielo aperto? L'ultimo aspetto che ci turba è la zona in cui sorgerebbe l'impianto, che è zona rossa R4. Questa condotta sottomarina perché non può essere fatta a Maiori come a Cetara, tanto più che l'impianto di Salerno è sovradimensionato rispetto ai reflui che attualmente accoglie?».

«Sull'argomento avarie, esse si pongono in ogni tipo di impianto, anche nella condotta sottomarina. Però il depuratore ha grandi volumi di riserva, mentre la condotta non ne ha, quello che arriva deve spedire. Sulla condotta c'è stata semplificazione. Annettere la condotta di Maiori a Salerno significherebbe rifare tutti i tubi già esistenti, con costi esorbitanti. Quanto al rischio frana, quest'intervento porta con sé la fortificazione della parete», ha replicato Venturini.

«Come cittadina e non solo come consigliere comunale, molto semplicisticamente mi preoccupa non solo l'ambiente, ma anche i tempi: questo depuratore sembra che non sarà la soluzione più veloce, e quindi vorremmo prendere in considerazione anche alternative che richiederebbero meno tempo. Rivendico anche il potere decisionale del Consiglio comunale: i tecnici sono tecnici, i politici sono politici. Dopo stasera io non esco convinta sulla non praticabilità della condotta sottomarina», ha aggiunto la capogruppo di minoranza di #Maioridinuovo Elvira D'Amato.

«Io sono un ambientalista - ha dichiarato poi Gioacchino Di Martino - e mi soffermo sul lato ambientale. La valle del Demanio è equiparabile a quella delle Ferriere ad Amalfi per la ricchezza in biodiversità. Pertanto, non ritengo giusto che Maiori debba sacrificare quest'area così importante. Ma poi, perché Maiori deve essere messo a servizio di tutti i comuni della Costiera? Non siamo insensibili al problema della depurazione, ma non si può chiedere un sacrificio solo ai cittadini di Maiori. La proposta dell'Ausino deve essere pertanto oggetto di studio approfondito».

«La condotta di Cetara, in primis, ha una portata limitatissima e poi poggia su un fondale omogeneo. E tra l'altro, pur essendo relativamente piccola ha richiesto 13 mesi di posa. Per la condotta di Maiori occorrerebbe molto più tempo. I paragoni con il depuratore di Amalfi non si reggono, perché i problemi di funzionamento possono esserci, ma non è detto che ci siano anche a Maiori. È giusta la passione che i consiglieri mettono nel trattare l'argomento e io sarò presente ai consigli per spiegarvi tutto, ma non mischiamo politica e tecnica. Io eseguirò l'opera», ha dichiarato l'architetto Cavaliere.

«C'è stata pochissima condivisione sulle scelte, come dimostra la vicenda dell'ex assessore Ruggiero. Noi non siamo disfattisti, ma io ho perplessità per la portata del depuratore. E i tempi non devono essere un limite per non farci prendere in considerazione le alternative», ha commentato da Minori il consigliere consiliare di minoranza Fulvio Mormile.

«Non possiamo fare un impianto per ogni singolo comune, dobbiamo fare necessariamente un depuratore sovracomunale - ha detto in conclusione Fulvio Bonavitacola, Vicepresidente e Assessore all'Ambiente della Regione Campania -. Qui stiamo parlando di un impianto relativamente piccolo. In Costiera c'è carenza di spazio per realizzare opere pubbliche: questo è un problema orografico. È proprio perché abbiamo studiato le soluzioni alternative che siamo giunti al depuratore, è la scelta più logica. Quanto all'imprevisto: è statisticamente prevedibile per tutti gli impianti. E se si verificasse un guasto alla condotta, chi va a risolvere, Cavaliere con le pinne? Io faccio l'assessore all'Ambiente e lo faccio stando al mio posto senza invadere il campo tecnico».

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